48 Portraits (Björnstjerne Björnson)
48 ritratti (Björnstjerne Björnson)
1971/72 70 cm x 55 cm Catalogue Raisonné: 324-36
Olio su tela
Bjørnstjerne Martinius Bjørnson (1832 -1910) era un poeta, drammaturgo e premio Nobel per la Letteratura norvegese. Accanto alla sua attività come direttore del teatro norvegese a Bergen e capo del teatro ad Oslo ha redatto tra altri l'inno nazionale norvegese. Era anche l'instauratore di Riksmålsforbundet, un'associazione che si impegna allo standard della lingua scritta norvegese.
Gerhard Richter ha dipinto i 48 ritratti per il padiglione tedesco della biennale di Venezia nel 1972. Ha creato 48 ritratti individuali dei personaggi storici per lo spazio dell'esposizione: degli scrittori, degli scienziati, dei compositori e dei filosofi sono raffigurati mentre i politici e gli artisti mancano. Fra i più conosciuti degli individui ci sono Franz Kafka, Thomas Mann, Albert Einstein ed Oscar Wilde accanto alle persone meno cognite.
I 48 ritratti riproducono esclusivamente gli uomini bianchi dell'origine americana e dell'Europa centrale, nato tra gli anni 1824 e 1904. Richter li ha selezionati da 270 fotografie che ha trovato nelle enciclopedie e lessici e ha collezionato nell'Atlante [Tavole: 30 – 41].
I quadri risalgono direttamente sui materiali di Atlante. La scelta di un formato standardizzato (70 x 55 cm) e dei modelli che si assomigliano formalmente sottolinea l'uniformità dei quadri. La realizzazione in tinte di grigio ed i contorni cancellati dei visi, che indicano solamente alcune rughe e disuguaglianze, causano che i quadri sembrano omogenei.
I 48 ritratti spesso sono interpretati in relazione alla storia e le idee personale di Gerhard Richter. Tuttavia, l'individualità delle persone rappresentate è di scarsa rilevanza poiché l'artista ha standardizzato l'apparizione dei ritratti a mezzo della realizzazione pittorica. 'Mi interesso la lingua muta di queste immagini: delle teste, anche se brulicano della letteratura e della filosofia, diventano completamente non letterario, la letteratura è rescissa, le personalità diventano anonime. Di questo si tratta.'1
Il padiglione tedesca a Venezia era ristrutturato nel 1938 e così riflette l’architettura del nazionalsocialismo. Nell’ambito di questa architettura monumentale e disadorna, la scelta del genere di ritratto suscita le associazioni delle rappresentazioni dei sovrani dei regimi totalitari. Tuttavia, la varietà dei ritratti e l’astensione delle riproduzioni dei politici ciò contraddicono. Così l’architettura e le opere si completano a vicenda.
Il fatto che nessuna donna fa parte dei 48 ritratti provoca parecchie speculazioni. Retrospettivamente, Richter ha spiegato le circostanze come segue: 'Più probabilmente, potrei vedere il problema del padre. E è tipicamente un problema tedesco del dopoguerra, l'assenza dei padri sotto molti aspetti. Erano scomparsi ossia mutilati di guerra ossia hanno scemato il loro status e valore. Questo ha generato un’inquietudine e un’incertezza che sicuramente hanno contribuito a dipingere i 48 uomini. “2
I 48 ritratti non permettono di trarre le conclusioni dall’apprezzamento personale di Richter per le persone particolari: „ (…) Non volevo raccomandare nessuna ideologia, nessuno tema. Volevo dei quadri puri, ideologicamente non interpretabili.' Gerhard Richter ha espresso.3 Ugualmente, l'opera deve essere inteso in relazione al suo tempo di formazione e allo spazio per cui era prodotto e quindi è intessuta immancabilmente con la storia personale dell'artista.
Note redatte dal team editoriale.
1 Conversazione con Mathias Schreiber, 1972 in: Gerhard Richter: Text. Writings, Interviews and Letters, 1961–2007, Thames & Hudson, London, 2009, p. 63.
2 MoMA Intervista con Robert Storr, 2002 in: Gerhard Richter: Text. Writings, Interviews and Letters, 1961–2007, Thames & Hudson, London, 2009, p. 422.
3 Conversazione con Mathias Schreiber, 1972, p. 63.
Museum Ludwig, Cologne, Germany
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