Per quanto riguarda la selezione delle fotografie, il problema della composizione non ha importanza, il suo ruolo è, al massimo, negativo. L'interesse per una foto non deriva dalla sua composizione eccentrica, ma da quello che ha da dire, dal suo contenuto informativo. E per di più la composizione ha sempre un'esattezza aleatoria.
Mi piace tutto ciò che non ha stile: i dizionari, le fotografie, la natura, me stesso e i miei quadri (perché lo stile è qualcosa di violento e io non sono un violento).
Non creo forme sfocate. La sfocatura non è la cosa più importante, né il marchio di fabbrica dei miei quadri.
Rendo le forme sfocate per far sì che tutto sia importante e non importante allo stesso tempo. Le rendo sfocate perché non sembrino artigianali o artistiche, ma tecnologiche, lisce e perfette. Sfoco perché tutti gli elementi si mescolino. Forse sfoco anche le informazioni non necessarie e superflue.
Nei suoi quadri lo sfocato traduce la natura effimera del contenuto o enfatizza il contenuto stesso? O traduce l'effetto di tremore dell'apparecchio fotografico tipico di un uso amatoriale?
Questo sfocato apparente ha a che fare con una certa incapacità. Dal momento che non posso affermare nulla di preciso sulla realtà, preferisco parlare del mio rapporto con essa, e questo rimanda al sentimento di imprecisione, incertezza, a situazioni effimere e provvisorie, e quant'altro. Ma questo non spiega i quadri, al massimo spiega la ragione del mio dipingere.
Nei suoi quadri e disegni iniziali i contorni erano speso sbavati. Era un modo per dichiarare l'impossibilità di prendere una posizione precisa?
Si', ma era anche un tentativo di liberarsi di uno stile personale. Volevo che il mio stile diventasse anonimo come una fotografia. Tuttavia era forse anche un desiderio di perfezione, di qualcosa di inavvicinabile, il che significa però perdita di immediatezza. Mancava allora qualcosa ed è per questo che ho smesso.
Come le è venuto in mente di dipingere queste foto sfocate?
Ero uno studente e, come tale, per imparare a fare arte, di solito ti basi su modelli precedenti, ma questi per me non erano soddisfacenti. A quel punto trovai nella fotografia quello che mancava nella pittura, e cioè il fatto che la fotografia offre una varietà incredibile di punti di vista ed ha una grande ricchezza. Questo era quello che volevo tradurre e applicare in pittura.
Come decide i formati?
Scelgo in base a quello che provo. In altre parole, a caso. Quando non dipingo da tanto tempo inizio sempre con piccoli formati su carta.
Il caso come tema e come metodo. Come metodo per creare qualcosa di oggettivo, come tema per creare una similitudine (immagine) con la nostra strategia di sopravvivenza:
(1) Un metodo attivo che non si occupa solo delle condizioni, delle circostanze e degli eventi fortuiti, ma li 'assimila' Ideologicamente: negazione della pianificazione, delle opinioni, di una concezione del mondo che genera gli schemi della società e per cui sono create le grandi opere d'arte. Per cui, quella che consideravo spesso come una lacuna, e cioè il fatto di non essere in grado di creare un quadro, non è incapacità, ma uno sforzo istintivo per raggiungere una verità più moderna: quella che stiamo già vivendo (la vita non è la cosa detta, ma è il dire, non è il quadro, ma è il dipingerlo).
I suoi quadri mostrano sempre una grande perfezione tecnica.
Rispetto all'epoca in cui bisognava imparare la tecnica e si era formati fin da giovani, oggi nessuno possiede più questa perfezione tecnica. La pittura è diventata qualcosa di facile, chiunque può dipingere! E spesso i risultati sono scadenti. Così, non appena qualcuno è dotato tecnicamente, questo salta subito all'occhio dello spettatore. Detto ciò, per me la tecnica è sempre stata un qualcosa di naturale: non è mai stata un problema. Sono semplicemente rimasto legato ad una cultura della pittura. Quello che invece è davvero importante per me è il tentativo, il desiderio di mostrare quello che voglio nel miglior modo possibile. Ed ecco perché la tecnica è importante per me. Per me la perfezione è importante quanto il soggetto stesso del quadro.
Se, mentre dipingo, deformo o distruggo un motivo, non è mai un gesto pianificato o consapevole, ma spesso deriva da altre ragioni. Se mi accorgo che il motivo, o la maniera in cui l'ho dipinto, è in un qualche modo brutto o insopportabile, cerco di seguire il mio istinto e di farlo divenire attraente. E questo implica tutto un processo di disegno, di cambiamento e distruzione - poco importa quanto tempo serve- finché non mi rendo conto che il quadro è migliorato. E non cerco di capire le ragioni che mi hanno portato a questo risultato.
Il fatto di sbavare i contorni rende i quadri un po' più completi. Quando non sono sfocati, molti dettagli sembrano sbagliati e anche il quadro nel suo insieme sembra sbagliato. Il fatto di sbavare dunque può servire a rendere il quadro invincibile, surreale, più misterioso. Tutto qui.
Con un pennello lei ha il controllo. La vernice va sul pennello e fa il segno. Per esperienza lei sa esattamente cosa succederà. Con il seccatoio si perde il controllo.
Non tutto, ma parte. Dipende dall'angolo, dalla pressione e la particolare vernice che sto usando.