Dal momento che non esiste una verità né una giustizia assoluta, noi aspiriamo sempre a una verità artificiale dominante, umana. Creiamo un sistema di valori e una verità che esclude altri tipi di verità. L'arte contribuisce a creare questa verità.
Immaginare qualcosa, rappresentarla, fa di noi degli uomini. L'arte è coferire senso e forma. È come la ricerca religiosa di Dio.
L'arte non è un sostituto della religione: è religione (nel vero senso della parola: 'ricollegarsi', a ciò che non è conoscibile, a ciò che trascende la ragione, a ciò che trascende l'essere). Dal momento in cui la chiesa non riesce più a far accedere all'esperienza della trascendenza, né tanto meno a rendere la religione reale, l'arte, da semplice trasposizione, è diventata l'unica via d'accesso alla religione, il che significa che essa stessa è religione.
Non si tratta di stabilire un dogma in un'opera d'arte. I quadri che possiamo interpretare e che contengono un significato sono cattivi esempi di opere d'arte. Il quadro di per sé è confusione, assurdità, incongruenza. Ci priva delle nostre certezze perché priva ogni cosa di qualsiasi nome o significato. Ci rivela invece l'universalità e la pluralità di significati che impedisce di formulare un singolo giudizio e un solo parere.
Adesso che non ci sono più né preti né filosofi, gli artisti sono diventati le persone più importanti al mondo.
Come considera il suo ruolo di pittore nella nostra società?
Come un ruolo che ciascuno di noi ha. Cerco di capire cosa accade. Sappiamo molto poco e io cerco di capire meglio creando analogie. Praticamente ogni opera d'arte è un'analogia. Quando rappresento qualcosa, anche questo qualcosa è un'analogia di qualcosa che già esiste. Mi sforzo di comprenderlo rappresentandolo. Preferisco evitare ogni genere di estetismo per non avere ostacoli e perché non si dica : ah si, è così che la vede, questa è la sua interpretazione del mondo.
L'arte è l'ultima forma di speranza.
Alcune persone hanno provato a categorizzare il suo lavoro. 'Il Realismo capitalista' era una sorta di slogan che le hanno attribuito, anzi era un termine che Lei stesso aveva coniato.
Si, e ce ne stupimmo perché per noi era come uno scherzo. Konrad Lueg ed io abbiamo utilizzato il termine 'Realismo capitalista' come slogan per un happening. Poi la frase è rimasta impressa e fu riutilizzata. Non c'è stato modo di ribattere, ma non è grave.
Può parlarmi del suo manifesto sul Realismo capitalista?
Si trattava di un happening che feci con Konrad Lueg nel 1963 in un negozio di mobili. Era stato annunciato in alcuni giornali come l'inaugurazione di una mostra e le persone che vennero non sapevano che si trattava in realtà di una sorta di performance. In ogni caso non credo che questo episodio meriti di essere tanta attenzione. Ci siamo divertiti e il termine stesso, Realismo capitalista, ha effettivamente colpito nel segno. Ma non era, dopo tutto, gran cosa.
Io sono di Dresda, una città dove il realismo socialista dilagava. Con Konrad Lueg avevamo inventato il termine realismo capitalista in maniera ironica, dal momento che mi ero appena trasferito in una società capitalista. Si trattava sempre di realismo, ma sotto un' altra forma, in un contesto capitalista. Non dicevamo sul serio, era più che altro uno slogan pensato per un happening che facemmo in un negozio di mobili.
L'arte è la pura realizzazione del sentimento religioso, della fede, del desiderio di Dio. La capacità di credere è la nostra virtù essenziale che si concretizza adeguatamente nell'arte. Se invece cerchiamo di placare il nostro bisogno di fede seguendo un 'ideologia, allora creiamo solo disastri.
Cosa significa per lei il termine Informale oggi?
Per come la vedo io i Tachistes, i pittori dell'Action Painting e gli altri fanno tutti parte del movimento Informale che comprende anche molte altre tendenze. Penso che ci sia anche un elemento informale nell'opera di Beuys, ma questo movimento è nato con Duchamp e con il concetto di caso, o con Mondrian o addirittura con gli Impressionisti. L'Informale è il contrario della composizione classica – di ciò che si faceva sotto la monarchia o sotto gerarchie rigide.
Quindi in questo contesto lei si considera ancora un artista informale?
In principio si. L'epoca informale è appena iniziata.
In maniera generale, la Pop Art americana si è concentrata sull'immaginario collettivo e sulla cultura commerciale. Ma precedentemente lei mi diceva che come artisti tedeschi Pop, lei, Polke e Leug volevate rappresentare un'esperienza più ampia, una più larga visione della realtà. Può aggiungere qualcosa a proposito di questa più ampia visione rispetto all'orientamento della Pop Art americana?
Forse non ne abbiamo nemmeno avuto la possibilità. Il messaggio della Pop Art americana è stato potente e ottimistico. Ma è stato anche molto limitato, e questo ci ha portato a credere che ci saremmo potuti in qualche modo distanziare e che avremmo potuto comunicare un'intenzione diversa.
Dove risiede questa differenza?
Non è stato possibile per noi produrre lo stesso ottimismo e lo stesso tipo di umorismo e di ironia. Anzi, in realtà non si tratta di ironia. Lichtenstein non è ironico, ma ha una forma di umorismo molto particolare. Lo descriverei cosi': un insieme di umorismo e ottimismo. Per me e Polke, tutto era più frammentario... ma è difficile descrivere in che modo lo fosse.
Sarebbe giusto dire che per voi Fluxus ha innescato una sorta di rinascita della pittura?
Sì, palese, ma in termini di immagini è stato Pop Art con ist nuovi motivi di immagine.
Sicuramente Fluxus ha introdotto una nuova dimensione, un senso di scorrettezza e di follia.
Quello era affascinante. Tali performance in Aachen e Dusseldorf, da Cage, Paik, Beuys, e
molti altri - non le ho piu’ sperimentate.
A volte descrivi te stesso come un pittore classico.
Non sono mai davvero sicuro del significato di questa parola, ma comunque erroneamente
la uso, 'classico' è sempre stato il mio ideale, per quello che posso ricordare, e qualcosa di
“classico” e’ sempre stato con me, fino a questo giorno. Certo, ci sono state difficoltà, perché
in confronto al mio ideale, non mi sono nemmeno avvicinato.
E che cos'è che collega Vermeer, Palladio, Bach, Cage?
E 'quella stessa qualità di cui ho parlato. Non è né artificiosa, né sorprendente o
intelligente, non è sconcertante, non è spiritosa, non è interessante ne cinica, è quella cosa
che non può essere pianificata e probabilmente non può nemmeno essere descritta. E 'solo
bella.