Dopo la separazione da Ema, alla fine degli anni Settanta, Richter si avvicinò all'artista Isa Genzken.1
Gli era già stata presentata all'inizio degli anni Settanta quando era ancora una studentessa; adesso era diventata un'artista di una certa fama.2 All'inizio degli anni Ottanta Genzken e Richter vivevano insieme a Düsseldorf e nel 1982 si sposarono. Ottennero, grazie al gallerista di Richter Rudolf Zwirner, un grande studio in una vecchia fabbrica in Bismarckstraße a Colonia. Lasciarono dunque Düsseldorf e il vecchio studio in Brückenstraße.3
Con animo sereno, con entusiasmo ed energia Richter continuava i suoi esperimenti nel campo astratto; i quadri astratti dominarono fino al 1987. All'inizio degli anni Ottanta la pittura era tornata di moda in alcuni circuiti artistici, grazie soprattutto al movimento del neo-espressionismo (o 'Neue Wilde', come veniva talvolta chiamato in Germania). Negli Stati Uniti Philip Guston e Julian Schnabel erano i massimi rappresentanti del genere, mentre in Germania i più importanti erano Georg Baselitz e Anselm Kiefer. La mostra del 1982 A New Spirit in Painting alla 'Royal Academy' di Londra riunì tutti questi artisti, tra cui Richter. Storr commenta: 'Le domande che Richter si poneva rispetto a un tipo di pittura espressionista risalgono a molti anni prima della nascita di questo movimento. Era senza dubbio consapevole di questo filone perché cresceva tutto intorno a lui e fu coinvolto, assieme ai suoi rappresentanti, in diverse mostre, man mano che la tendenza prendeva piede'.4 La mostra di Londra contribuì sicuramente a consacrare Richter come figura chiave della pittura contemporanea sulla scena internazionale; con le mostre German Art Today al 'Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris' e la personale a Monaco, l'inizio del decennio cominciava sotto i buoni auspici e la carriera di Richter era pronta per fare un altro passo in avanti.
Mentre continuava il momento positivo per i quadri astratti, la questione era adesso come muoversi nei confronti della pittura figurativa. La risposta arrivò l'anno seguente grazie a una serie di quadri di candele realizzate tra il 1982 e il 1983. Sebbene, stranamente, queste tele non destarono particolari attenzioni quando furono esposte per la prima volta in Germania,5 diventarono in seguito i quadri icona del lavoro di Richter e lo resero celebre presso il grande pubblico nonché agli esperti d'arte. Dipinte con una paletta di colori smorzati ma vari, che vanno da marroni terrosi, a rame, da grigi polverosi, ad azzurri e a verdi ombrosi, a beige, le candele – spesso una sola, a volte due o tre- sono raffigurate su sfondi minimalisti, contro muri nudi, su tavoli vuoti e vicino a porte scure. Utilizzando il chiaroscuro e le tecniche dello sfocato con virtuosità ed eleganza, i quadri di candele rivelano un nuovo approccio alle foto-pitture e distinguono Richter dalle tendenze neo-espressioniste del momento.
Anche i paesaggi furono un altro tema ricorrente delle foto-pitture di Richter degli anni Ottanta. Da quando aveva realizzato le vedute della Corsica [CR: 199-201, 211, 212] alla fine degli anni Sessanta, Richter non aveva smesso di interessarsi al genere e a rinnovarlo. Mentre i quadri di Davos [CR: 468/1-3, 469-1] del 1981 - raffiguranti picchi innevati contro un sole offuscato da una coltre di nebbia e nuvole - e i quadri degli iceberg [CR: 496/1-2] del 1982 mostravano ancora il fascino di Richter per il concetto di sublime della tradizione romantica tedesca, i paesaggi del 1983 e 1984 rappresentavano scenari più quotidiani di paesaggi rurali o della campagna renana, come nel caso di Fienile [CR: 549-1], 1983, Prateria [CR: 549-2], 1983, Fienile [CR: 550-1], 1984 e Paesaggio renano [CR: 550-3], 1984. I quadri astratti [CR: 551/1-9] del 1984 che seguirono questi paesaggi mostrano quanto questi ultimi influenzarono la loro realizzazione: nonostante la composizione sia completamente astratta, sono riconoscibili sullo sfondo cieli blu e linee di orizzonte. I quadri del 1985, tra cui Staubach [CR: 572-1], Troisdorf [CR: 572-2] e Buschdorf [CR: 572-5] sono invece più smorzati, prefigurando la direzione che avrebbe preso il genere e che culminò, come osserva Elger, 'nel 1987 con ventitre tele di campi e praterie'6.
Tuttavia la serie di foto-pitture più importante del decennio, e una delle più considerevoli nella carriera di Richter, appartiene all'anno successivo. Intitolata 18 Ottobre 1977 [CR: 667-674], 1988, il ciclo di quindici opere fa riferimento al giorno in cui terminò l'avventura della Fazione Armata Rossa con i suicidi in prigione dei due leader, Andreas Baader e Gudrun Ensslin. La Fazione Armata Rossa era un gruppo di 'studenti radicali che divennero dei rivoluzionari armati',7 secondo la definizione di Robert Storr. Terrorizzarono la Repubblica Federale Tedesca negli anni Settanta con una serie di azioni violente. La loro morte, come quella dei loro seguaci, fu dichiarata ufficialmente suicidio, ma molti sospettarono che fosse un assassinio ordinato dallo stato per le circostanze sospette della loro morte. La serie di quadri sui toni del grigio e fortemente sfocata mostra gli eventi chiave che precedettero e seguirono la morte [di Baader e Ensslin], tra cui l'arresto di tre componenti del gruppo il mattino del 1 giugno 1972, il suicidio per impiccagione di Ensslin nella sua cella il 18 ottobre 1972 e i funerali dei tre membri [della RAF] al cimitero Dornhalden il 27 ottobre 1977.
Sicuramente questa fu la serie più provocatoria dal punto di vista politico realizzata fino ad allora [da Richter]. Sebbene eseguita più di dieci anni dopo i fatti del 18 ottobre 1977, le azioni della RAF restavano un tema che divideva l'opinione pubblica tedesca e che toccavano un nervo scoperto perché aprivano un vasto dibattito sullo status quo della Germania del dopoguerra e su '[…] una generazione scontenta, nata dopo la fine della guerra, che si ribellava a quella dei genitori per il fatto di aver tollerato, se non addirittura, appoggiato, Hitler'8.
Benché l'artista non si sia mai espresso apertamente, le sue opere scatenarono un dibattito feroce. Quello che interessava a Richter era analizzare come un'ideologia politica potesse trasformarsi in terrorismo e come lo Stato, i media e l'opinione pubblica affrontassero questo tema.9 Parlando della RAF nel 1989, Richter dichiara che la cosa più inspiegabile è che noi 'produciamo delle idee, che non solo sono quasi sempre completamente sbagliate e prive di senso, ma anche, e soprattutto, pericolose'.10
L'altra opera realizzata nel 1988, e che si rivelerà essere una delle più importanti della carriera di Richter, è completamente l'opposto del ciclo Ottobre. Betty [CR: 663-5] è il ritratto della primogenita dell'artista, avuta dal primo matrimonio, quando questa era ancora un' adolescente (al tempo della realizzazione del quadro era già una giovane donna). Betty è seduta vicino alla macchina fotografica, indossa una felpa o una vestaglia a fiori rossi e bianchi, ritratta di schiena con lo sguardo volto verso uno sfondo grigio scuro apparentemente piatto – ma che in realtà è uno dei quadri grigi di Richter.
Dalla fine degli anni Ottanta Richter è tra i pittori più importanti in Germania e al mondo. Da allora le vendite dei suoi quadri sono aumentate costantemente sul mercato internazionale. La prima grande retrospettiva del suo lavoro, aperta nel 1986 alla Städtische Kunsthalle di Düsseldorf con tappe a Berlino, Berna e Vienna fu un grande successo di critica.11 In questo decennio cambiò anche galleria: iniziò a lavorare con Marian Goodman a New York e con Anthony d'Offay a Londra. Furono degli anni densi di successi in cui le opere astratte e le foto-pitture arrivarono ad un tale livello di successo che andavano di pari passo con la sua reputazione crescente.
1 In quel periodo Genzken terminava la sua relazione con Benjamin Buchloh. Cfr. Elger, A Life in Painting, p.240.
2 Storr, Forty Years of Painting, p.69.
3 Elger, A Life in Painting, p.262.
4 Storr, Forty Years of Painting, p.71.
5 Ibid., p.74.
6 Elger, A Life in Painting, p.273. Fu Elger a curare la prima grande mostra sui paesaggi di Richter allo Sprengel Museum di Hannover nel 1998.
7 Storr, Forty Years of Painting, p.74.
8 Ibid.
9 Già motivo di critiche quando fu mostrato per la prima volta nel 1989 al Museum Boymans-van-Beuningen di Rotterdam, il ciclo Ottobre fece nuovamente parlare di sé quando fu esposto a New York appena dopo gli attacchi al World Trade Center nel settembre 2001. Il ciclo fu comprato dal MoMA di New York nel 1995. Il dibattito è riportato in Robert Storr Settembre: Un dipinto di storia di Gerhard Richter, Heni Publishing, Londra 2011, pp.37-43.
10 Richter in conversazione con Jan Thorn-Prikker, 1989, Gerhard Richter: Text, p. 231. Citato in Storr, Settembre: Un dipinto di storia di Gerhard Richter, Heni Publishing, Londra 2011, p.38.
11 Elger, A Life in Painting, pp.263-4.