Gerhard Richter

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Nel 1976 ha iniziato a dipengere quadri astratti perché voleva arrivare ad un risultato che non avrebbe potuto anticipare. Così facendo ha inventato una nuova metodologia. Faceva questo parte delle sue sperimentazioni pittoriche?
Si. Ho iniziato nel 1976 con quadri astratti di piccole dimensioni che mi permettevano di fare tutto ciò che mi ero sempre negato: aggiungere degli elementi a caso. Ma poi ovviamente mi resi conto che nulla era aggiunto a caso. È stato un modo per aprire una nuova porta. Quando non so cosa sto per fare, quando non ho un'immagine di partenza (come quando, ad esempio, dipingo a partire da una fotografia), allora il caso e le scelte arbitrarie giocano un ruolo importante.

 

Interview with Sabine Schütz, 1990, 1990 SOURCE
Gerhard Richter: Text. Writings, Interviews and Letters 1961–2007, Thames & Hudson, London, 2009, p. 14

1,024 Colori in 4 variazioni
Per rappresentare tutte le sfumature di colore esistenti in un dipinto, ho ideato un sistema – a partire dai tre colori primari, più il grigio- che ha reso possibile una suddivisione continua (differenziazione) attraverso gradazioni uguali. 4 x 4 = 16 x 4 = 64 x 4 = 256 x 4 = 1,024. Il moltiplicatore 4 era necessario perché volevo mantenere in un rapporto proporzionale costante la dimensione dell'immagine, la dimensione e il numero dei quadrati. Usare più di 1.024 tonalità (4.096 per esempio) mi sembrava inutile perché la differenza tra una sfumatura e l'altra non sarebbe più stata percepibile. La disposizione dei colori è stata prodotta da un procedimento casuale, così da ottenere un effetto di complessiva indifferenziazione, insieme a dei particolari interessanti. La griglia rigida impedisce la generazione di figure, anche se sforzandosi delle figure possono essere viste. Questo carattere di artificiale naturalismo mi affascina – così come il fatto che, se avessi dipinto tutte le permutazioni possibili, la luce avrebbe impiegato più di 400 miliardi di anni per viaggiare dalla prima immagine all'ultima. Ho voluto dipingere quattro grandi immagini colorate.

Text for catalogue of group exhibition, Palais des Beaux-Arts, Brussels, 1974, 1974 SOURCE
Gerhard Richter: Text. Writings, Interviews and Letters 1961–2007, Thames & Hudson, London, 2009, p. 14

Analizziamo la metodologia della classificazione dei colori: come punto di partenza vi sono i quattro colori primari: rosso, giallo, verde e blu. Le loro rispettive gradazioni e variazioni di luminosità permettono di ottenere schemi di colori contenenti 16, 24, 256 e 1024 tonalità. Avere più colori sarebbe inutile perché non sarebbe possibile distinguerli in maniera chiara.

Notes for a press conference, 28 July 2006, 2006 SOURCE
Gerhard Richter: Text. Writings, Interviews and Letters 1961–2007, Thames & Hudson, London, 2009, p. 14