Rispetto alle fotografie aeree, alcune delle quali mostrano intere zone di città, queste vedute sono più ravvicinate in quanto tratte da fotografie di modellini d’architetture. Richter omette completamente o fa solo allusione a certi particolari, come ad esempio le finestre; l’architettura è ridotta a forme basilari che permettono di riconoscere facilmente le sagome geometriche di ogni edificio.
Gli edifici sono per la maggior parte dipinti con colori chiari, con ombre intense che danno l’impressione di una luce naturale. La pittura è applicata con abbondanza; solo alcune parti, per lo più gli alberi o gli arbusti, mostrano delle pennellate singole e sono dipinti con altri toni di grigio.
L’aspetto irreale e quasi ermetico di questa immagine è dovuto alla mancanza di dettagli e dall’uso di un modellino come punto di partenza.
Le forme architettoniche semplificate rivelano che, nonostante Richter si cimenti con i processi di astrazione, il soggetto del quadro rimane pur sempre identificabile.
Le descrizioni dell’architettura minimalista nel dopoguerra riflettono un importante tema sociale e politico degli anni Cinquanta e Sessanta. Durante la ricostruzione della Germania nuovi edifici simili a quelli dipinti da Richter sostituirono le vecchie case distrutte. Questi quadri riflettono quindi la ventata di ottimismo dopo la fine della Seconda guerra mondiale e possono essere letti in antitesi a quelle vedute di città che ricordavano le città bombardate.
Note redatte dal team editoriale.
MAXXI, National Museum of the XXI Century Arts, Rome, Italy
Questa opera d'arte si basa su una imagine inclusa in Atlas:
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